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Fa che il viaggio non diventi la tua valvola di sfogo -Tiportoviaconme

Giulia e Ale del Blog Tiportoviaconme, due ragazzi di 37 anni che ad agosto 2019 hanno deciso di cambiare completamente le loro vite partendo per un viaggio solo andata per l’Asia.

Si sono conosciuti a metà 2018 e in soli quattro mesi hanno capito che era arrivato il momento di intraprendere un percorso diverso da quello fatto fino a quel momento. Facevano una vita che si può definire “classica”. Lavoravano entrambi da 10 e 14 anni con un contratto a tempo indeterminato, entrambi avevano comprato casa, Giulia addirittura si era sposata per poi divorziare dopo 1 anno e mezzo.

Per Giulia ed Ale Il viaggio è la loro più grande passione fin da ragazzini e ha sempre fatto parte delle loro vite. Hanno viaggiato molto, soprattutto negli ultimi anni, quando la vacanza era diventata la loro valvola di sfogo.

Non c’è stato un primo passo reale ma è una consapevolezza cresciuta dentro di loro.

“Abbiamo iniziato a porci domande sulla vita che avevamo e il risultato è che ci sentivamo spettatori di un percorso che non sentivamo più nostro. Eravamo bloccati in lavori lontani dalle nostre passioni e volevamo avere più tempo per noi e ciò che ci fa sentire vivi. Non c’era una vera e propria mancanza ma piuttosto un contesto che ci stava stretto.”

Il primo passo è stato proprio questo: prendere consapevolezza di cosa non li rendeva felici e soprattutto che un’alternativa era possibile.

Un viaggio attraverso l’Asia…

Il richiamo dell’Asia era molto forte, soprattutto dopo alcuni nostri viaggi in India e in Myanmar. La scelta è stata presa anche perché sapevamo che saremmo riusciti a mantenere facilmente un budget ridotto. E così è stato. Inoltre ci sentiamo particolarmente affini allo stile di vita, alla cultura asiatica e molto più a nostro agio lì rispetto ad altri paesi. Uno degli aspetti che amiamo ed abbiamo imparato è che il tempo è prezioso, che vivere la vita in modo semplice è una grande ricchezza, che bisogna accogliere le piccole cose giornaliere e farne tesoro.

La Pandemia vissuta in Asia

Quando è iniziata la situazione della pandemia, Giulia e Ale erano in quella che al momento chiamano casa, l’India.

Precisamente a Calcutta, dove stavano facendo volontariato da due mesi presso gli istituti di Madre Teresa. Ma quando le notizie sul virus si fecero più intense decisero di cambiare città per trovare una soluzione più tranquilla piuttosto di una megalopoli come Calcutta.

E così, sono arrivati a Varanasi. Grazie ad amici hanno trovato un appartamento, la nostra loro casa insieme.

“Da marzo 2020 siamo stati in lockdown completo per due mesi, per poi avere delle graduali riaperture fino ad agosto. È stato un momento intenso e formativo dove abbiamo imparato a non scoraggiarci e a cercare di trarre il meglio. Ci siamo dedicati allo studio e alla formazione ed è stato un momento per metabolizzare tutti i mesi passati in viaggio.”

Per loro vivere a Varanasi era un sogno che si avverava. Erano in uno dei paesi che più amano, e l’aver trovato casa lì è come se tutti i puntini di un grande puzzle si fossero collegati. Varanasi è anche una delle tappe più emozionati che racconto nel mio ultimo libro La strada verso casa.

Giulia e Ale adesso si trovano a Fuerteventura, un porto sicuro per molti nomadi digitali…

“La vita a Fuerteventura è piacevole per il clima, gli spazi aperti, la tranquillità e capiamo perché è scelta come meta da tantissimi nomadi digitali. Se poi si ama il surf o la vita in van è perfetta. Per quello che abbiamo potuto vedere i costi della vita sono leggermente inferiori all’Italia, anche per l’affitto dell’appartamento.

Nei mesi che abbiamo passato qui la situazione pandemia è stata più tranquilla rispetto all’Italia. Non essendoci un alto livello di contagi, hotel e ristoranti sono aperti e c’è libertà di movimento nell’isola. Noi non abbiamo cercato lavoro, ma abbiamo sentito che è molto difficile trovare un’occupazione in questo momento, dato che Fuerteventura vive principalmente di turismo e comunque il numero di viaggiatori è ancora basso.”

Quali sono le restrizioni che ci sono li?

“Al momento le restrizioni sono l’obbligo di mascherina (tranne in spiaggia), coprifuoco alle 23, ristoranti e bar aperti con un limite di persone al tavolo. Ma anche qui c’è un sistema di allerta a livelli, quindi se i casi aumentano, aumentano anche le restrizioni. In generale il clima mite ha permesso anche in inverno di stare all’aperto per svolgere le attività e questo ha aiutato molto ad alleggerire il peso delle restrizioni rispetto all’Italia.”

“Inoltre gli spazi aperti sono immensi, c’è un distanziamento sociale naturale quindi sì, possiamo dire che la vita è tornata abbastanza alla normalità, anche se con restrizioni.”

E anche Giulia e Ale hanno scelto di vivere una vita da nomadi digitali

“Quello che ci ha spinto a cambiare vita è voler lasciare un percorso che non ci apparteneva per tracciare una strada nostra, consapevolmente ed in linea con le nostre passioni. Ed essendo il viaggiare la nostra passione principale abbiamo scelto di partire proprio da lì per impostare la nostra strada. Questo non vuol dire che debba essere così per tutti. Ognuno dovrebbe partire dalla propria passione, che sia la fotografia, la musica, la famiglia, ecc.”

Come si mantengono in viaggio….

“Il nostro segreto? Nessuna pozione magica, né strani trucchi. Semplicemente stiamo vivendo con i soldi messi da parte lavorando e con quello che abbiamo risparmiato prima della partenza eliminando le spese superflue e vendendo oggetti che non ci servivano più, come macchina e vestiti. È incredibile scoprire quanti soldi riesci a risparmiare quando il tuo obiettivo è quello di partire. Ogni volta che vedi qualcosa ti dici: dentro allo zaino non ci sta, non mi serve.”

Sicuramente l’aver adottato uno stile di viaggio minimalista, utilizzando metodi di sharing economy (come Workaway e Couchsurfing) e con un budget ridotto, 10 euro a testa al giorno, ci ha aiutati tantissimo a non sforare.

Ovviamente non possiamo, né vogliamo, rimanere senza lavoro in eterno. Per questo, stiamo studiando per raggiungere il nostro sogno di organizzare viaggi di gruppo responsabili in Asia, appena sarà possibile.

Cosa spinge nel voler vivere una vita da nomadi piuttosto che una vita fissa?

“La vita ‘fissa’ è la vita che abbiamo fatto fino a prima di partire, senza soffermarci a pensare se era quello che volevamo realmente. Trovi un lavoro a tempo indeterminato, sei fidanzato/a e dopo un po’ di anni ti sposi. Non ci pensi, lo fai e basta. È così che deve andare, no? In quel momento era quello che volevamo.”

“Poi è scattato qualcosa. Con i primi viaggi o ascoltando i racconti di chi ha cambiato vita sono iniziate le domande. All’inizio le risposte facevano paura, le respingevamo, ci dicevamo che era solo un periodo no, che la vita giusta era quella ma dopo qualche mese tornavano i dubbi. Sempre più forti. Fino a quando non ci siamo conosciuti ed entrambi sentivamo di voler cambiare.”

L’evoluzione che fa il viaggio dentro ognuno di noi…

“Madre Teresa diceva “Sentiti vivo fino a quando sei vivo”, noi vogliamo sentirci così, vivi. Vorremmo essere felici e andare sempre alla ricerca di quella luce che ci fa brillare gli occhi.”

“Siamo cambiati tanto e se descriviamo questa evoluzione in una parola useremmo: consapevolezza. Di questa nuova vita, del nostro rapporto e dei sogni che vorremmo realizzare. Uno degli aspetti più belli è esserci scoperti come coppia. Non avevamo mai convissuto, abitavamo lontani ed è stupendo capire di essere in completa sintonia. Scoprire giorno dopo giorno che vogliamo le stesse cose dandoci forza a vicenda nei momenti no perché, ovviamente ce ne sono. Ma l’importante è cercare sempre di superare i propri limite e paure.”

In questo momento il loro viaggio è ovviamente sospeso causa pandemia, quindi si stanno dedicando allo studio per diventare tour leader. Il loro sogno è accompagnare piccoli gruppi in Asia dedicandosi ad un turismo responsabile.

Puoi seguire Giulia ed Ale su

Blog Tiportoviaconme

IG _tiportovia.conme_


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