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Volontariato in un progetto di permacultura in Palestina.

Quando sono riuscito a raggiungere la Palestina, attraversando il grande muro che divide questa amara e assurda ‘terra santa’ mi sono subito precipitato in un progetto di volontariato. Tramite una ragazza palestinese, Jumana e un’attenta ricerca, avevo adocchiato questo incredibile progetto che alcuni giovani palestinesi, da anni stanno tirando su con le loro uniche forze, senza nessun tipo di aiuto ma al contrario, a volte con qualche bastone fra le ruote dai sionisti.  Om sleiman farm, cosi si chiama, è un progetto di permacultura (un modo naturale per coltivare) dove il raccolto, viene dato a tante famiglie palestinesi. 

Per arrivarci come dicevo non è stato assolutamente facile, quando ho contattato la ragazza che gestisce la farm mi ha detto: “tu sei pazzo, nessuno è mai arrivato in bicicletta qui!”. Arrivare in bici, anche se pur difficile, è stato un modo per far capire che viaggiare, in queste terre è possibile. 

Per due settimane ho vissuto nella farm lavorando con 6 giovani palestinesi e con altri volontari: un francese, un italiana, due tedesche e un giapponese. Ci svegliavamo ogni mattina alle 7.00, preparavamo la colazione: uova, verdure, pane, fagioli, tè e caffè. Verso le 8.30 iniziavamo a lavorare nei grandi orti, pieni di vita, di vegetazione, di colori naturali e soprattutto, pieni di amore donato da ogni membro della farm. Ogni giorno si lavora per portare il raccolto alle famiglie palestinesi. Un raccolto genuino, biologico e senza nessun tipo di pesticida o agente cancerogeno: purtroppo uno dei tantissimi problemi di queste terre, è il cibo che entra da Israele altamente cancerogeno ( se fai una ricerca troverai tanti dati e denunce dall’Onu riguardo questo tema).  

Verso le undici e trenta qualcuno inizia a cucinare il pranzo, nel silenzio della cucina, si sentono con grande prepotenza i lavori che illegalmente vengono fatti intorno alla farm: costruzioni di edifici, sovrappopolazione e invasione su terreni che erano prima di contadini palestinesi, adesso sono nelle mani della grande stella blu. 

Al tramonto, il panorama erano gli edifici: si osservava quello che stanno costruendo intorno, per avere sempre più impresso, questo amaro presente. Le colazioni, le cene condivise con gioia, il lavoro collettivo, la spensieratezza e la rivelazione dei sogni da voler realizzare, spazzavano via per un attimo quello che è purtroppo la realtà di questa terra. 

Fino a quando non vivi questi luoghi, fino a quando non ascolti le parole dei giovani ragazzi che portano il dolore addosso delle loro famiglie, non riesci a crederci. Non puoi assolutamente immaginare tutto questo. E l’unico modo per poter aiutare è diffondere, fare connessione e portare sempre più persone in questi progetti, al fine di creare una grande rete e aiuti monetari e umanitari. 


Per realizzare un esperienza di volontariato all’interno del progetto, dovrai inviare un email a questo indirizzo: [email protected] 

Dopodiché ci sarà un intervista tramite zoom, dove ti verrà spiegato, passo dopo passo, tutto quello che devi fare e sapere prima di arrivare li. Per arrivare, ovviamente non occorre una bicicletta, da Gerusalemme, troverai un bus che ti porta a Ramallah, e poi da li un altro minibus che ti porta al villaggio più vicino. Ci saranno vari controlli dei militari, ma nessun problema, visitare come turista la West Bank( territori palestinesi) è ancora legale, anche perché, la ‘nostra religione’ nasce proprio in queste terre e quindi, andarle a visitare è un nostro diritto. 

Non preoccuparti, nessun volontario è mai stato in pericolo, l’unica cosa che devi sapere, è che qualsiasi aiuto umanitario che viene fatto in Palestina, viene considerato un reato e che quindi, potresti essere rimbalzato al momento dell’arrivo, oppure non fatto più entrare in quella che chiamano, incredibilmente e con tanta incoerenza, la ‘terra santa’. 

Caratteristiche del volontariato:

Orario di lavoro dalle 8.30 alle 12.30- 14.30-16.30

Lavoro 5 giorni su 7

Nessuna spesa

Vitto e alloggio compresi nell’orario di lavoro. 

Bagno con doccia calda, cucina condivisa, dormitorio femminile e maschile, uno spazio all’esterno dove potersi godere un fuoco e il tramonto ( molto insolito da quello che tu possa immaginare) 

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