intervista sul sito ediempoli.eu il 18-10-2016
Da più di tre anni è in viaggio: prima Africa, poi Australia e ora Asia. Lui è Antonio Di Guida, empolese classe 1991, che in un viaggio notturno dal Vietnam al Laos, ci ha raccontato le esperienze vissute fin qui. Partendo da un’esperienza molto speciale in Cambogia.
Buona lettura!
Come è stato insegnare in una scuola cambogiana?
È stata un’esperienza che in qualche modo cercavo da tempo, che mi ha portato a riscontrare emozioni che avevo lasciato quando viaggiai in Africa, come il contatto con le persone del villaggio, dei bambini e del territorio, rimanere a lungo ad osservare dei bambini che giocano in un lago con in secondo piano un tramonto emozionante, la voglia di poter aiutare senza avere nulla in cambio se non un sorriso ed un grazie enorme e sincero. È un’esperienza nata per caso: giravo in motore dentro alcuni villaggi della Cambogia e trovai questa scuola. Parlando con il gestore mi chiese di poter rimanere per dargli una mano ad insegnare inglese ai bambini del villaggio, e cosi poi e’ stato, prolungando la mia permanenza per tutto il periodo del mio visto. Per la prima volta mi sono ritrovato ad insegnare una lingua non mia, cosa che mi ha fatto imparare molte cose e come dico sempre quando realizzi queste determinate esperienze di volontariato, sei sempre tu l’alunno e gli altri gli insegnanti.
Aggiungo per chi è interessato a fare volontariato in questa scuola della Cambogia insegnando inglese ai bambini del villaggio, può contattarmi privatamente e sarò molto felice di poter indirizzarlo in questa meravigliosa esperienza.
Ti sei da poco lasciato alle spalle il Vietnam: che Paese hai trovato?
Ho trovato un paese un po’ misto, nel senso che ancora oggi riesci a percepire la colonizzazione francese di un tempo, dalle strutture architettoniche alle strade che somigliano molto a quelle occidentali, oppure le cattedrali e chiese cattoliche in un continente che nella maggior parte dei casi crede in una religione ben diversa da questa.
Un paese che però ha una grande voglia di riscattarsi dopo molti anni di guerra, portando e trasmettendo felicità a persone e turisti che viaggiano in questa costa dell’Asia. In più nel nord, al confine con la Cina ho trovato una terra semplicemente meravigliosa e degna di essere chiamata terra del Vietnam, dove ci sono molte tribù asiatiche che con vestiti, acconciature, abitudini e modi di vivere, portano con grande orgoglio la propria cultura vietnamita, ma soprattutto asiatica. Un giorno mentre ero con il mio motore, in viaggio nelle montagne del nord del Vietnam, trovai una donna della tribù Dzao, che mi chiese un passaggio: era stanca e anziana, non riusciva più a camminare con il caldo. L’ho portata nel suo villaggio e lei molto felice mi ha ospitato a casa sua, mi ha fatto conoscere tutti i suoi figli ed i suoi nipoti, poi ha iniziato a cucinare e mi ha offerto un bicchiere di vino di riso mostrandomi vecchi diari, fotografie ed altro della storia del suo villaggio. Purtroppo non avendo avuto insieme a me un interprete ho soltanto potuto osservare e non capire fino in fondo quello che realmente avrebbe voluto mostrarmi. Mi ha fatto molto piacere, quasi commuovere, vedere una donna che non parla la mia lingua ospitarmi per un singolo passaggio offerto, ed offrirmi tutto questo. Forse perché viaggio e vivo da solo per molto tempo, ma quando vedo qualcuno che fa qualcosa per me, oppure mi offre qualcosa, non riesco a trattenermi e puntualmente mi commuovo in una maniera molto semplice. Un altro insegnamento di vita nell’apprezzare ogni gesto a me offerto, che porterò con me per sempre grazie a questa vita in viaggio.
Come si svolge la tua giornata?
Quando intraprendi dei viaggi del genere, quello che vuoi veramente è proprio non riuscire a ripetere giornate uguali a quelle precedenti. Posso dirti che ogni giorno ho qualcosa sempre di nuovo e di differente dei giorni precedenti. Credimi, gli unici giorni che forse potevano sembrare pressoché simili sono stati quando ero in Cambogia ad insegnare, ma c’erano sempre nuove emozioni, che ogni giorno cambiavano a seconda del tempo, dei bambini, e dell’energia del territorio, quindi se dovessi dirti come si svolge la mia giornata tipo, dovrei elencarti ogni giornata che ho vissuto nelle migliaia di km percorsi. Anni fa ho iniziato a viaggiare anche perché mi sentivo soffocato nel ripetere un giorno uguale a quello precedente, la sveglia sempre alla solita ora, la strada per andare all’università o a lavoro, le giornate in biblioteca a studiare, bloccato dentro quattro mura in uno studio, le solite persone incontrate per strada che a malapena riuscivano a tirar fuori un saluto o un sorriso, sono tutte situazioni che aumentarono la mia voglia di iniziare a vivere le mie giornate diverse da ogni altra giornata vissuta.
Quesito marzulliano: fatti una domanda e datti una risposta
Rifaresti ogni percorso fatto in tutto questo viaggio? Assolutamente si, ogni percorso, strada e terra calpestata è stata e sarà per me una continua evoluzione e una continua crescita di vita, che siano state giornate dure e faticose oppure giornate meravigliose e piene di emozioni, sento che la mia anima, il mio spirito adattivo è in continuo mutamento e solo questo viaggio e questo percorso porterà a formare un nuovo me diverso da ogni altro essere che comunemente vive dentro quattro mura della propria vita scritta e programmata.
Prossime tappe?
L’intento è quello di viaggiare in più territori che distano della mia partenza fatta a Sydney al mio arrivo cioè, l’Italia ma soprattutto Empoli. Spero di poter viaggiare in ogni territorio asiatico, per il momento ci sto riuscendo, ma ho ancora molta strada da percorrere, non posso rivelarti le prossime tappe perché nemmeno io sono sicuro di queste, ma posso dirti che ho una voglia estrema di ritornare a viaggiare in qualche parte del deserto come lo e’ stato in Australia, oppure la voglia di perdersi nelle montagne del Nepal o in qualche villaggio indiano fra profumi, colori, mucche e tradizioni locali. Seguo le mie sensazioni e le mie voglie di vivere, il mio viaggio non è fatto di tappe ma di ricerca d’esperienze di vita.
Per visitare il sito di Antonio Di Guida clicca qui.