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Downshifting: l’arte di lavorare meno e vivere al meglio

Il downshifting è la scelta di ridurre il proprio carico lavorativo per avere più tempo da dedicare a se stessi e vivere una vita meno frenetica e più appagante.

LAVORARE PER VIVERE, NON VIVERE PER LAVORARE

Il termine downshifting viene usato nel mondo anglosassone. Descrive la scelta di ridurre il tempo e l’impegno dedicati al lavoro in modo da disporre di una maggiore quantità di tempo libero da dedicare alla famiglia, agli amici e alle proprie passioni.

Il downshifting è in netto contrasto con la sempre più diffusa tendenza a inseguire uno stile di vita iper-consumistico, in cui il successo e il benessere si misurano in termini di soldi e di beni materiali.

Aderire a questo stile di vita Downshifting , così come al Decluttering, è infatti una scelta sempre più diffusa in particolare tra chi lavora in proprio e può permettersi di organizzare il proprio tempo in modo più agevole, a tal punto che è divenuto un atteggiamento studiato anche sociologicamente ed economicamente.

Il downshifting è per chiunque, anche per te!

Oggi, molti italiani lavorano tante ore, spesso con contratti precari, per tirare fuori il minimo necessario per vivere. Come potrebbero, dunque, queste persone ridurre le proprie ore di lavoro? Chi pagherebbe loro l’affitto, le bollette, la spesa alimentare? Inoltre, mentre una persona single può anche fare scelte radicali senza dover rendere conto ad altri, chi ha messo in piedi una famiglia è legato da oneri e responsabilità familiari che non permettono di mollare tutto e cambiare vita dall’oggi al domani. Questo non significa, però, che il downshifting sia un privilegio per pochi.

Io stesso vivo una vita a contatto con il downshifting. Sono partito da zero, senza un euro in tasca ma con tanta voglia di vivere una vita libera e piena di emozioni. Ho scritto un libro che ad oggi, ha ispirato migliaia di ragazzi ad intraprendere una vita libera e in viaggio.

Spesso, infatti, parlano di downshifting persone che hanno avuto la possibilità di avere degli impieghi ben retribuiti per anni e che a un certo punto, magari anche grazie alla rendita che gli deriva dalle ricchezze accumulate, decidono di fermarsi e godersi la vita senza stressarsi ulteriormente.

Di certo, quando si parte da una base economica molto solida, è facile fare una scelta di downshifting in modo radicale. Per la gran parte delle persone normali, tuttavia, un downshifting radicale non è possibile.

Seppure in modo non radicale, tutti noi possiamo cercare di adottare il downshifting come modello di vita. Iniziare a chiederci cosa è realmente necessario nella nostra vita e cosa no.

Ridurre le proprie esigenze è il primo passo per ridurre, anche, la propria necessità di soldi e, quindi, ridurre il tempo dedicato al lavoro. Occorre, dunque, attuare il downshifting partendo dalle piccole cose.

Partendo da tante piccole cose, un individuo o una famiglia possono arrivare a ridurre di molto la propria spesa complessiva e decidere di tradurre questo risparmio in una riduzione del tempo di lavoro. Parallelamente, hanno un aumento di tempo libero da dedicare alle proprie passioni, alla propria serenità, ai propri affetti.

Come si realizza tutto ciò?

Inquadrato, in generale, il fenomeno del downshifting, cerchiamo ora di capire quali sono le scelte concrete che vengono messe in campo da coloro che decidono di aderire a questo stile di vita e, dunque, di imprimere una netta virata alla propria esistenza.

Il downshifting non prevede un decalogo fisso e rigido di azioni da intraprendere.

Rientrano, dunque, in questa pratica scelte come:

  • cambiare lavoro: in alcuni casi il proprio lavoro è incompatibile con il downshifting in quanto non è possibile svolgerlo in maniera ridotta o riducendo il proprio impegno lavorativo. Chi opta per il downshifting, dunque, spesso cambia lavoro, dedicandosi ad una attività meno redditizia e meno dispendiosa in termini di tempo e di stress;
  • mettere al centro la propria serenità: il downshifting è una scelta di vita che mira alla serenità della persona. Oltre a lavorare meno ore, chi opta per il downshifting cercherà anche di dedicarsi alle attività che danno serenità, evitando invece quelle che creano ansia, tensione e tristezza;
  • etica e sostenibilità ambientale: l’individuo che sceglie il downshifting lo fa, molto spesso, anche per motivi etici ed ambientali. Di solito, dunque, chi opta per il downshifting fa anche delle scelte eticamente orientate. Ad es. il consumo critico, il rifiuto di acquistare merci prodotte da bambini o da lavoratori sottopagati e acquistare oggetti usati ancora in buono stato. Nonché, coerenti con una idea di sostenibilità ambientale (es. raccolta differenziata, no all’auto privata, mezzi elettrici, no alla plastica, etc.)
  • cura degli affetti e della famiglia: chi sceglie il downshifting mette al centro beni e valori diversi dal business e dal successo.

Downshifting come modello di vita futuro

L’ultimo aspetto interessante, tolto quello del risparmio (di soldi e tempo), è quello etico e della maggiore sostenibilità di ogni singolo individuo. Il futuro ci porterà necessariamente ad un mondo più equo. Dove ricchezza, beni e risorse saranno ancora più limitati e distribuiti più uniformemente tra tutte le popolazioni del mondo.

Abituandoci fin da oggi a limitarci a quello che è strettamente necessario, faremo meno fatica in un futuro prossimo. Un futuro che non ci darà più la possibilità di scegliere, obbligandoci ad una vita sostenibile e ad impatto zero.

La filosofia del Downshifting si è così diffusa che, a partire dal 2003, in Gran Bretagna si festeggia la National Downshifting Week.



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