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Mancanza di affetto in viaggio: il bisogno di vicinanza fisica

Quando ho iniziato a viaggiare sola, mi chiedevo se fossi l’unica a provare mancanza di affetto in viaggio.

Sebbene io sia introversa e stia bene nella mia solitudine, in quanto essere umano, come tante altre persone, sento il bisogno dopo un po’ di sentire la vicinanza fisica di una persona. A volte, sentivo proprio la necessità di abbracci.

Quando si sente di persone che viaggiano in solitaria, spostandosi in continuazione, mi viene sempre da chiedermi se queste persone non abbiano una marcia in più. Che riescano davvero a viaggiare in lungo e in largo, contando solo sulle proprie forze, senza sentire la mancanza di affetto fisico in viaggio?

L’importanza di un abbraccio

Gli abbracci fanno bene sia a chi li da, sia a chi li riceve.

Una ricerca a riguardo ha constatato che questo atto, che sembra banale, è ottimo per ridurre stress e ansia. Basterebbe un abbraccio sentito e prolungato per poter alleviare l’ansia, poiché la vicinanza fisica, il sentire stringersi il corpo, e il calore generato, ci riportano ad uno stato di sicurezza. Non a caso, quando eravamo bambini, ricercavamo l’abbraccio dei genitori per sentirci rassicurati.

Chi più chi meno, dunque, ha bisogno della prossimità con un altro essere umano, specialmente quando si è in viaggio, dove vengono a mancare gli affetti stabili e si devono affrontare diverse difficoltà.

Mancanza di affetto in viaggio? Ricercalo!

Se senti la mancanza di affetto fisico in viaggio, non farti problemi, non demoralizzarti. Sei un essere umano, hai bisogno di affetto fisico con altre persone, e anche il bisogno di appartenere ad un gruppo.

Sono bisogni importantissimi, che a lungo andare, se non soddisfatti, porteranno a un drastico calo dell’umore. Sappiamo bene che un calo dell’umore andrà ad influire su tutta l’esperienza di viaggio.

Perciò, se senti questi bisogni, perché non assecondarli? Ti starai chiedendo come.

Leggendo il libro “La strada verso casa” capirai che si può esser incredibili viaggiatori e nomadi, e sentire comunque il bisogno di vicinanza fisica. Leggere le parole di Antonio e la sua esperienza, non mi ha fatta più sentire sbagliata, e anzi, mi ha dato ispirazione.

“Sento il bisogno di un abbraccio, ma da settimane non ho accanto nessuno. Decido di prendere un pezzo di cartone e scriverci sopra ‘Sentiti libero di darmi un abbraccio‘ e mi metto ad aspettare […]. Arriva il primo abbraccio e sento gli occhi riempirsi di lacrime […] Non riesco a descrivere la gioia che il mio corpo e la mia anima stanno sperimentando. Questa immensa ondata di energia era quello di cui avevo bisogno per vivere al meglio il continente che mi ospita […].”

Antonio Di Guida, La strada verso casa

Quella di chiedere abbracci ai passanti è solo una delle possibili soluzioni. Quando sentivo la mancanza di affetto in viaggio ho trovato molto utile dormire negli ostelli e fare amicizia. Se si conoscono altri viaggiatori solitari, è molto probabile che anche loro sentano il bisogno di vicinanza fisica e siano più propensi a fare amicizia e chissà, magari condividere un po’ di viaggio assieme. Anche solo condividere e comunicare il proprio stato d’animo, le proprie incertezze, i timori, le difficoltà, permetterà di trovare la vicinanza che stai cercando e alleviare la tua solitudine.

Non farti troppi problemi, parti sempre dal presupposto che siamo tutti accomunati dal bisogno di sentirci amati. Mostrare un po’ d’Amore anche attraverso un semplice abbraccio, potrebbe svoltare la giornata sia a te che all’altra persona, e viverti il viaggio con più serenità.

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