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Il viaggiatore è una persona che vede il bicchiere mezzo pieno?

L’antico dilemma di come noi esseri umani ci poniamo dinanzi a qualcosa che può essere osservato da due prospettive uguali ed opposte. Vedere il bicchiere mezzo pieno non è solo una prospettiva ma soprattutto un approccio alla vita. Vivere con ottimismo, aspettarsi il positivo dalle cose, non avere filtri negativi.

Dalla mia prospettiva vedo con chiarezza un universo di positività che circonda i viaggiatori. Un’energia avvolgente che guida le scelte dell’anima viaggiatrice in una direzione continua.

L’indomabile fuoco che ognuno di noi viaggiatori ha dentro arde di una scelta di vita votata al positivo. Guardare qualsiasi cosa vedendoci altrettanta energia inesauribile che la comunità umana necessita per alimentarsi.

Chi viaggia forse tante domande non se le pone. Sono tutte già presenti nella coraggiosa scelta di vivere di viaggio e di viaggiare per vita.

Gli Antichi probabilmente non sapendo dove posizionare nella maieutica questa fortissima energia hanno disposto che la parte terza di quello che siamo si chiamasse Spirito Santo.  E’ così che il viaggiatore posiziona il suo Spirito Santo nella possibilità di viaggiare, completando la trinità composta da sé stesso come persona nel mondo che lo circonda, e la sua libertà assoluta, antica e animale, da riscoprire solamente quando si è in viaggio.

Partire in viaggio è già una scelta positiva. Abbandonare i confort, abbracciare l’incerto ed essere guidati dal desiderio di scoperta.

Ritengo sempre che il viaggiatore sia un disperato: uno che è disposto a tutto per trovare la bellezza. Colui che non si ferma al superficiale ma entra nelle cose del mondo, ci va a fondo. In bilico sul costante filo di esplorare pur di ricercare il bello, la vita.

Tendere verso la libertà assoluta

Ricorrere alla filosofia per provare a spiegare veramente cosa significa viaggiare è un obbligo. Per Hegel la libertà non è un attributo della volontà umana ma è la sua essenza. E la volontà è una manifestazione dello spirito.

“In tutte le sue manifestazioni lo spirito non è determinato dalla necessità materiale, ma in alcune di esse condivide il suo esterno con l’esteriorità che vige negli enti naturali. Tanto l’anima quanto la coscienza,  sebbene manifestazioni compiutamente spirituali, quindi non spiegabili con le determinazioni di una necessità materiale, continuano a dipendere dall’esteriorità della natura.” (Emanuele Cafagna, 2012).

“Partii con la speranza di ritrovare quella luce interiore che avevo smarrito o che, forse, non avevo mai raggiunto.”

Antonio Di Guida, La strada verso casa

Margaret Thatcher in un’intervista del Settembre del 1987 alla rivista Woman’s own diceva che: “Non c’è una cosa come la società, non esiste, bensì esistono uomini, donne e individui.” Provava a spiegare come si stesse tentando di ricreare la società degli individui, ma togliendo la società. Come un acquario con i pesci ma senza acqua.

Il viaggio è la modalità che noi esseri umani abbiamo per sfuggire dalla società che noi stessi abbiamo creato e che ora ci stritola. Ritornare alla comunità: quello che troviamo in natura. Quello che permette a noi di esprimerci senza maschere e che ci conduca alla libertà assoluta. Una volta aver viaggiato ci renderemo conto che prima di quel momento non avevamo idea di cosa volesse significare la parola libertà.  L’emblematica storia del più noto viaggiatore, Alexander Supertrump ci lascia in dote dai suoi scritti qualcosa che ci farà riflettere per sempre: l’essenza dello spirito dell’uomo sta nelle nuove esperienze.

Ed ora cominci a vedere il bicchiere mezzo pieno?

Probabilmente il viaggiatore è uno degli ultimi ad avere ancora fiducia nell’essere umano. Ma il viaggio è proprio questo, è ottimismo. E’ pensare che tutto andrà bene. Che quando sei stanco e cerchi un autostop disperato per arrivare dall’altra parte del paese: lo troverai. Lo troverai perché l’essere umano è generoso per natura e comprenderà la tua causa. Il punto cruciale di ogni viaggiatore non è la fortuna o l’audacia, bensì la speranza.

Cercasi ottimismo

L’ottimismo è un atteggiamento che si manifesta nel modo di pensare e di vivere contraddistinto dalla positività o quantomeno dal suo prevalere sulla negatività. Guardare il lato positivo delle cose significa avere fede, nutrire speranza. In passato in psicologia si riteneva che l’ottimismo, (ed il suo contrario, il pessimismo), fossero innati e quindi non modificabili. Al giorno d’oggi si è ampiamente dimostrato il contrario, mostrando come si possa imparare a pensare in maniera ottimista.

Il viaggiatore in una modalità del tutto spontanea assolve ai precetti dell’ottimismo realistico, ovvero la capacità di considerare i dati oggettivi delle cose ma cercando in essi la positività. Lasciando quindi cadere il velo di Maya di un ottimismo forzato che nasconda la realtà delle cose e che incupisca in caso di fallimento.

Quando siamo in viaggio non pretendiamo che vada tutto perfettamente, ma il nostro approccio alla vita ci permette di affrontare qualsiasi situazione con la determinazione di chi ne estrapolerà il meglio!

Una persona ottimista non si impegna a vedere il bicchiere mezzo pieno rispetto a quello mezzo vuoto: cercherà di riempirlo tutto, sapendo che è già a metà dell’opera.

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