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Il processo creativo dell’anima viaggiatrice

Quando siamo spinti da un’energia che ci porta a viaggiare abbiamo bisogno di tirarla fuori, di esprimerla. L’anima viaggiatrice incontrollabile ed immutabile si libera dalle catene e prende vita il processo creativo da cui origina l’avventura. Lo sentiremo.

Sento che sta per iniziare un nuovo capitolo della mia vita, e questo capitolo si chiama Asia.

Antonio Di Guida, La strada verso casa

In queste righe cercheremo di capire dove origina il sogno. Quando comincia veramente l’avventura.

Basta aprire una mappa! Immergersi con amore nelle sensuali linee fluide che la nostra madre terra possiede e infatuarci di come quelle coste, talvolta gentili e talvolta ruvide abbraccino il blu oceanico.

“La propria destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose”

Henry Miller

Viaggiamo per andare. Non è importante la destinazione bensì il percorso. Non importa dove arrivare. Basta andare, desiderare e sognare.

E allora fissare la mappa, perdersi all’interno, lasciarsi ispirare. Il pianeta che felicemente abitiamo ci parlerà. Tutti colori diversi, ognuno indica delle differenze. Un territorio è più caldo, un altro più freddo. L’oceano, il mare, il deserto. Abitiamo una meraviglia e lei ci comunica qualcosa.

Immersi in una profonda meditazione geografica il flusso ci conduce verso delle sensazioni, come se immediatamente sapessimo cosa vogliamo.

Lasciamo vagabondare il nostro istinto nomade, comprendiamo l’origine della sua motivazione e seguiamolo.

Cosa cerchi?

Cosa desideri dal viaggio? Vivere te stesso o vivere gli altri. Il viaggio è solo l’espressione di un percorso intimo che ognuno avrà il piacere di esplorare. Tutto origina dalle domande che ti poni. Non esiste il sentiero giusto o quello sbagliato, si tratta solo di percezioni innaturali. Una cosa però è importante ricordarla: tutto quello che scegli è solo l’inizio di una serie di scelte che potranno portarti dalla parte opposta a quella di partenza. Non essere chiuso alla possibilità di cambiare.

Una vocazione sempre crescente spinge verso qualcosa che avrà la forma dello sgomento. Se l’istinto vagabondo ha guidato la rotta allora sarà nato il desiderio.

Seguendo l’istinto si completerà il puzzle: il processo creativo dell’anima viaggiatrice. Desidero qualcosa, quindi inizio a comprendere come ottenerla, dando vita ad una missione. Il diamante sarà il puzzle che ha preso forma non appena ci si accorge che l’obiettivo non è arrivare dal punto A al punto B, bensì tutto quello che c’è in mezzo.

Osservare la mappa ci permette di capire cosa vogliamo. Indagare e ricercare qualcosa che stupisca negli angoli di mondo. Lasciati emozionare: da un’etnia, una tradizione, un luogo o una cultura.

Nessun marketing o pacchetto turistico potrà centrare il desiderio più di te. Sarà l’intuizione la forza a guidare i tuoi passi stanchi.

Con santa mistificazione il processo creativo ha raccolto tutte le energie necessarie e ha originato un sogno. Questo riporta a concetti espressi nella ‘Meditazione Cosmografica’ del 1600. Ancora una volta poniamo sullo stesso piano l’Atlante e le Meditazioni come ad indicare la sostituibilità di un termine con l’altro e il loro rapporto di mutua dipendenza.

Cos’è la Geografia Emozionale?

La Geografia emozionale è un approccio al territorio che mette in primo piano la percezione soggettiva dello spazio. È una disciplina che nasce dall’incontro di più linguaggi: la geografia tradizionale, la psicologia cognitiva, la psicologia del paesaggio, l’antropologia, la sociologia, l’architettura, l’urbanistica, la politica del territorio. [cfr. provinciamonamour.it]

Tutti i luoghi che viviamo suscitano in noi emozioni e sensazioni: lasciano una traccia. La carica emotiva che scaturisce permette noi di tenerli impressi o dimenticarli, addirittura sognarli.

Quando viaggiamo ogni luogo non sarà più considerato semplicemente come un insieme di coordinate o un checkpoint in cui abbiamo dormito, bensì racconterà la nostra storia.

Le emozioni “…oltrepassano i confini dell’individuo, vanno a sedimentarsi nella coscienza collettiva, divengono patrimonio culturale, visione del mondo, ideologia, civiltà, identità e assumono quindi un forte ruolo sociale perché agendo sugli individui, agiscono anche sui luoghi”.

Giuliana Bruno, inventrice della Geografia Emozionale

Questo è il Processo Creativo.

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