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La strada del blues: da New Orleans a Chicago attraverso la storia della musica americana

Per capire la storia della cultura nord-americana bisogna recarsi nel profondo Sud. Ripercorrere la strada che hanno percorso non solo i più grandi musicisti Jazz, Blues e Rock statunitensi, ma tutta la popolazione di colore che ha lottato e che purtroppo ancora lotta per i propri diritti. Gli stessi che dai paesini del sud si spostavano nelle grandi città del nord per non essere più sfruttati dalla schiavitù.

NEW ORLEANS

La mattina il ritmo di vita è molto lento e il French Quarter è quasi deserto, ma dal pomeriggio la situazione si capovolge completamente e tutti i locali e bar aprono popolandosi di gente pronta a festeggiare e bere il famoso “hurricane”, il cocktail a base di rum tipico di New Orleans. “The Big Easy” è il soprannome perfetto per New Orleans.

Le caratteristiche case di legno, che sembrano crollare da un momento all’altro, con i balconi in ferro battuto sono le tipiche architetture risalenti alla dominazione francese e spagnola. La cultura di queste popolazioni, insieme a quella degli schiavi neri provenienti dall’Africa, ha portato alla nascita della musica Jazz che si sente echeggiare per ogni piccola via del French Quarter. Partecipare a un qualsiasi concerto in uno dei tantissimi locali e bar della zona è d’obbligo. 

LE PIANTAGIONI

Dopo una settimana a NOLA – New Orleans Louisiana, si prosegue verso la Laura Plantation (storica piantagione creola).

Si arriva alla villa principale di inizi ‘800 attraverso un grande viale di querce dai cui rami pende lo “spanish moss”, letteralmente “muschio spagnolo”, tipico di queste zone, rendendo l’atmosfera surreale. Nella piantagione veniva coltivata la canna da zucchero e gli schiavi, almeno una ventina, vivevano in due piccolissime baracche di legno situate vicino ai campi.

C’era inoltre una grande campana di ferro che serviva per richiamare gli schiavi dai campi, come fossero degli animali. Nel silenzio, non si può far altro che immaginare gli schiavi cantare spiritual nel mezzo di questi enormi campi. 

Si prosegue lungo la mitica Highway 61 e ci fermiamo a visitare la capitale della Louisiana: la Baton Rouge. Particolare attenzione al Rural Life Museum, il museo della storia della Louisiana, dove si può vedere com’era organizzata la società del XVIII-XIX secolo, evidenziando la vita delle persone di colore che lavoravano nelle piantagioni, attraverso la ricostruzione fedele di un vero e proprio villaggio… sembra di essere nella The Little House in the Praires, La Casa nella Prateria

MISSISSIPPI DELTA

Dopo essersi fermati a Natchez, Jackson e Vicksburg, si prosegue lungo la Highway e si può iniziare a notare dei fiocchi bianchi, quasi come la neve… ma essendoci più di venti gradi, si capisce che si tratta di fiocchi di cotone! 

Arriviamo finalmente nella regione del Delta ed è qui che è nato il Blues!

Greenwood, Greenville, Indianola, Holly Ridge, Leland, Ittabena, Tutwiler, Moorhead, Cleveland e Clarksdale, ogni incrocio di queste piccole città trasuda Blues. Lì sono nati e sepolti i Padri del Blues. Trovare le tombe di questi famosi musicisti è un’impresa, perché sono sepolti in luoghi sconosciuti e alcuni di loro, come ad esempio il leggendario Robert Johnson, ha addirittura tre tombe in tre luoghi diversi.

La sua morte rimane un mistero e ha lo stesso epilogo di molte altre persone di colore di quel periodo: la morte per mancanza di cure. La stessa “Imperatrice del Blues”, Bessie Smith in seguito ad un incidente stradale nel 1937 morì dissanguata perché il vicino ospedale dei bianchi non la accettò come paziente.

Queste cose erano all’ordine del giorno e andare a visitare questi paesini, dove il tempo si è fermato, non è solo affascinante dal punto di vista paesaggistico, ma importante dal punto di vista culturale: qui c’è un America completamente diversa, una testimonianza chiara del razzismo di allora, che ha ovvie ripercussioni al giorno d’oggi. 

Nessuna di queste città è da perdere! Ci sono musei del Blues, le vecchie baracche dove sono nati B.B.King, Muddy Waters, Charly Patton (tanto per citarne alcuni), le piantagioni di cotone come la Dockery Plantation, il “Crossroads”, il punto in cui pare che Robert Johnson abbia venduto la sua anima al diavolo e tantissimo altro.

Un ultimo consiglio, se andate di domenica, vestitevi molto eleganti e partecipate a una messa, un’esperienza indimenticabile! Siamo stati accolti nella maniera più ospitale possibile; le loro preghiere a voce alta, i loro cori gospel, il loro guardarsi negli occhi durante la preghiera finale… non so descrivere le sensazioni provate, per cui… andate! Non ve ne pentirete! 

TENNESSEE

Proseguendo sulla 61 si arriva a Memphis, patria di Elvis e B.B.King. Immancabili una visita a Graceland, il Sun Studio, la fabbrica della Gibson e andare in uno dei locali di Blues su Beale Street!

Da qui si può fare una deviazione andando a visitare Nashville, la patria del country, e Lynchburg, il piccolo paese sede della fabbrica di Jack Daniels.

LE CITTÀ DEL NORD

Andando verso nord lungo le rive del Mississippi, dopo una breve tappa nello splendido paesino di Cape Girardeau, si arriva a Saint Louis, tappa importantissima per la “Grande Migrazione”. Qui le due strade più culturalmente significative degli Stati Uniti, la Highway 61 (la strada del Blues) e la Route 66, si incrociano.

Ormai siamo arrivati a nord e queste grandi città hanno un po’ meno “romanticismo” rispetto ai paesini del Delta, ma si può capire meglio come l’industrializzazione e il progresso di queste metropoli abbiano cambiato il blues, da musica acustica e rurale a elettrica e di qualità.

Da Saint Louis si arriva alle Quad Cities (Davenport, Bettendorf, Rock Island e Moline), la penultima tappa della Strada del Blues. Da qui i musicisti neri lasciavano la Highway 61 e il fiume Mississippi per proseguire verso Chicago, considerata per gli abitanti neri del sud la Terra Promessa, luogo di libertà e di grandi opportunità. 

THE WINDY CITY

Chicago è la patria del Blues, piena di locali dove poter ascoltare dell’ottima musica di qualità, non vi limitate solo al Buddy Guy’s Legend (dove potrete incontrare la leggenda in persona e scambiarci quattro chiacchiere), ma andate anche al Rosa’s, al Blue Chicago, al Kingston Mines, al Blues ecc. e soprattutto parlate con i musicisti, oltre ad essere socievoli vi racconteranno moltissime storie interessanti.

Ma Chicago è anche la patria del teatro, dell’architettura, dello sport, dell’arte e molto altro; gli abitanti di Chicago hanno un accento meraviglioso e sono gentilissimi. Insomma, non sono nera e non sono una schiava, ma anche per me Chicago è la città dei sogni. 

Informazioni tecniche per un viaggio on the road:

Lunghezza della strada: la strada del blues da New Orleans a Chicago è circa 2000/2500 km

Dove alloggiare: si può percorrere e dormire in camper, ma è fattibile anche in macchina fermandosi a dormire nei motel 

Periodo migliore per realizzare il viaggio: New Orleans, Memphis e Chicago meritano almeno una settimana per uno. Io l’ho percorsa da novembre a dicembre, ma sconsiglio vivamente di visitare Chicago a dicembre.

ITINERARIO SCRITTO E CONSIGLIATO DA

Valeria Armentano 

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