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Baba Shiva Das, l’uomo scappato dal Veneto che ha vissuto a Varanasi

L’India è una terra altamente satura, piena di varie culture, religioni e persone che vivono insieme con grande gioia e unità. Le colorate feste indianeil cibo indiano, l’induismo, il Gange e Varanasi, in particolare le storie senza fine su dei e dee indù spiegate nella mitologia indù, nell’Ayurveda e nelle montagne di altre cose, fanno innamorare tutti di questa vibrante terra. Nel mio ultimo libro, La strada verso casa racconto l’India in tutte le sue sfaccettature, in ogni sua forma: una terra antica migliaia di anni con tanti grandi insegnamenti sulla nascita, la vita ma soprattutto la morte.

L’india come una grande ragnatela

Le culture indù sono ampiamente conosciute in ogni angolo del mondo. Persone provenienti da tutto il mondo vengono in India. Alcuni per esplorare e imparare l’etica, i valori indiani, le culture, sperimentare i loro talenti. Succede però a volte, che l’India è come una grande ragnatela, se ti afferra, l’anima si incaglia e il corpo non riuscirà più a spostarsi da lì.

La strada verso casa : Un libro che racconta un viaggio attraverso l’Asia e le sue culture

La storia di Alessandro o meglio Baba Shiva Das

Questa è la storia di Alessandro, uno straniero che venne dall’Italia, precisamente dal veneto a Varanasi, in India, nel 1974, dove sentì l’attrazione dell’induismo e dedicò tutta la sua vita a questa città. Alessandro fu sopraffatto dal magico mondo della spiritualità, e vi si immerse così tanto da non tornare più nella sua terra nativa. 

L’intervista che gli è stata fatta da uno youtubber indiano.

“In Italia non esiste più la vera essenza dell’uomo, l’egoismo e l’odio verso tutto quello che è diverso intorno a lui, hanno accecato i loro cuori. Qui a Varanasi non vedo persone come in Italia, qui vedo anime, è tutta una questione di spiritualità, non di religione. In Occidente c’è un problema perché non c’è amore nel quieto vivere delle persone.”

Baba Shiva Das

Questo è così vero che oggi le persone sono accecate dai loro dogmi religiosi o dai loro piccoli interessi. Blocca la loro visione di vedere un altro essere umano come un’estensione di quell’anima cosmica.

Purtroppo, nel maggio del 2020, all’etа di 68 anni, gli è stata diagnosticata una grave infezione toracica che si è rivelata fatale per lui. Poco dopo, morì e le sue ceneri, come da tradizione nella religione induista, furono sparse nel fiume Gange.

A Varanasi, tutti lo conoscevano e tutti lo amavano. Se passi da Varanasi, ricordati questa storia e chiedi a qualche sadhu, di parlarti di lui. 

Un’intervista che gli è stata fatta da una donna italiana nel 2016, video preso dalla pagina vivindia

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