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Ivan Bianconi:Viaggiando impari a donare il tempo a te stesso e agli altri

Ivan Bianconi è un ragazzo di Assisi, attualmente cicloviaggiatore a tempo indeterminato. Ha mollato la sua vita “normale”, per iniziare attraverso il viaggio un percorso più profondo, volto alla scoperta ed alla conoscenza di se stessi.

“Da ragazzo facevo triathlon ed andavo tanto in bicicletta, non avevo mai pensato che la bicicletta potesse essere un vero e proprio mezzo di trasporto. Fino a che, durante un viaggio in Kirghizstan, mentre in autostop cercavo di percorrere una strada isolata tra le montagne, mi sono apparsi due ragazzi che viaggiavano in bicicletta. Avevano una luce negli occhi bella, chiara, luminosa ed intensa. In quel momento ho capito che, se anche io me la stavo godendo sentendomi al settimo cielo, loro erano ad un livello completamente differente, di molto superiore, che gli stava donando un benessere ed un insieme di emozioni che forse io non avevo ancora mai provato.

Così, ha iniziato ad informarsi su biciclette ed equipaggiamento necessari per un lungo viaggio in bici. Sei mesi dopo durante le ferie si è ritrovato a pedalare in Irlanda, sotto la pioggia e con un vento fortissimo contro.

“Passate le prime incertezze con la sensazione di essere un pesce fuor d’acqua, ho iniziato a provare sensazioni di libertà, benessere e sicurezza così intense e belle come mai avevo provato. Capii che avevo trovato almeno per il momento la mia perfetta dimensione di viaggio.”

La svolta con il viaggio in Africa è arrivata qualche anno dopo. Un bisogno ed una voglia di cambiamento netto per ridare forza a quegli stimoli che la routine quotidiana aveva appiattito.

Facilitato dal fatto di non avere una partner, Ivan decise di lasciare il lavoro e partire per un viaggio in bicicletta senza limiti di tempo.

“La scelta di attraversare l’Africa è stata quasi automatica: sapevo che nessun altro continente come l’Africa, a causa delle sue infinite incognite, mi avrebbe garantito costantemente difficoltà, contraddizioni e differenze, tutta la scoperta e la piena avventura che stavo cercando.” 

Il tesoro nel viaggiare in solitaria…

“Viaggiare da solo mi permette di stare con me stesso e poter concentrare le energie ed i pensieri sul mio essere (mente+corpo). Mi mette in condizione di conoscermi sempre meglio ed ascoltare gli input, le impressioni e le sensazioni che la mia persona mi trasmette, avendo un’idea chiara sulla strada da seguire e sapere quello che voglio.”

“Al tempo stesso adoro viaggiare in solitudine perché contrariamente a quanto si può pensare si incontrano tantissime persone in più rispetto a viaggiare in compagnia, con le quali anche per necessità si interagisce: essendo soli si è più propensi ad ascoltare e si da più attenzione a quello che gli altri hanno da dirci, pesandolo, valutandolo ed elaborandolo poi in maniera più consona.”

“Io personalmente venendo da una vita vissuta sempre col tempo contato ho imparato ad essere più paziente, a donare il mio tempo agli altri.

Non c’è mai un unico momento speciale nel viaggio…l’intero viaggio è speciale.

“Un momento speciale per me arriva quando il viaggio riesce a sorprendermi nei modi e nei livelli più differenti. Mi apre gli occhi, dandomi una comprensione delle cose molto più matura, nitida, e spesso focalizzata da un punto di vista differente. Il viaggio mi fa scoprire dei lati che non avevo mai valutato, facendomi crescere e aprendomi al mondo, ampliando, cosi almeno credo, il mio campo di informazioni personali.”

Per quale motivo si sceglie di vivere una vita del genere, cosa spinge nel realizzare esperienze cosi estreme.

“Scegliere di vivere come sto vivendo è il risultato di tutte le esperienze che ho fatto fin da bambino. Sono sempre stato attratto dalla scoperta e dal brivido dell’avventura. Curioso di scoprire, vedere ed imparare senza preoccuparmi di sbagliare o fare male, non curandomi troppo del giudizio negativo degli altri. Ho sempre avuto l’insegnamento e la certezza che si impara solo rischiando, e che giocare ed essere bambini, sono aspetti chiusi in ognuno di noi. Essi ci donano stimolo e forza nel lanciarsi in progetti molto importanti.”

“Sono un entusiasta della vita e naturalmente nel rispetto e con i giusti compromessi che comunque la società ed il sistema ci impongono. Voglio cercare di utilizzare al meglio il mio tempo. Voglio cercare di arrabbiarmi il meno possibile, di essere felice il più possibile, dando attenzione alle piccole cose gustandole.”

“Cerco di vivere semplice per godere al massimo e non disperdere energie in cose futili. Cerco al tempo stesso di realizzare più piani possibili in base alle mie inclinazioni per essere soddisfatto di me. Non avere rimorsi quando arriverà il momento in cui non potrò più fare o scegliere di fare. Senza il timore e con la consapevolezza che i granelli della clessidra stanno già correndo.”

Viaggiare in bicicletta è molto impegnativo ma può donarti una sensazione di libertà immensa.

“Quello che più mi rende dipendente nel viaggiare in bici, è il fatto di provare nel giro di pochi minuti, sensazioni, emozioni e stati d’animo spinti fino agli estremi. Quel passaggio anche repentino tra piacere e sofferenza, gioia e sconforto, pazzia e razionalità, forza e spossatezza, rilassamento e tensione.”

“Viaggiare in bicicletta significa sfondare i muri della timidezza e del pregiudizio. Permette di essere vicini ed entrare in contatto con le altre persone, suscitando in queste simpatia e curiosità, che portano al sorgere di un sorriso, all’incontro inaspettato ed alla naturale magia dello scambio umano.”

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Mentre Ivan viaggia per il mondo con una bici, molti ragazzi della sua età (trentenni), intraprendono una strada che li porta a fare carriera in un contesto lavorativo…

“Non importa quale strada si intraprenda, ognuno ha un suo proprio ruolo ed una sua dedizione soggettiva. Consiglio a tutti di seguire le proprie idee e aspirazioni, ascoltando i consigli e gli avvertimenti di tutti e non lasciarsi influenzare da nessuno.”

“Solo ascoltando noi stessi sapremo se quello che stiamo facendo riesce e riuscirà a soddisfare i nostri bisogni. Senza provare un rimorso o rimpianto per qualcosa che non si è nemmeno provato a fare anche se ci sarebbe piaciuto.”

“Ognuno di noi ha il diritto di provare a percorrere la propria strada formativa e professionale come vuole. Sentirsi felice ed appagato attraverso il suo operato alla fine di ogni giornata.”

I consigli di Ivan per chi vorrebbe fare un viaggio e soprattutto una vita simile alla sua...

“Consiglio di non avere paura e di lanciarsi credendo appieno nei propri progetti e confidando nelle proprie possibilità ed abilità. La vita è il bene più grande di cui godiamo costantemente. Sentire che viviamo ogni attimo come vorremmo, è il dono più grande, una carezza che ci insegna ad amare e rispettare noi stessi, facendoci sentire liberi ed indipendenti.” 

Ivan in questo periodo spera di tornare il prima possibile in Congo e riuscire a terminare il suo incredibile viaggio, interrotto purtroppo dall’avvento del covid.

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