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Viaggio in India in moto per rinascere: la storia di Cristina

La storia di Cristina Valsangiacomo e il suo viaggio in India in moto è una storia di dolore, resilienza, riscatto personale e libertà. Una donna che ha usato il potere del viaggio come cura delle proprie ferite, per ricostruire sé stessa e la vita che desidera.

Cristina ha 33 anni e la sua storia inizia a Lugano. Ha avuto un’infanzia difficile, e dalle mancanze dei suoi genitori ha imparato molto: dalla madre, la necessità di essere indipendente, dal padre invece, la ricerca di una vita stimolante e il desidero di ribellarsi.

Ed è proprio da questa ribellione e voglia di riscatto, assieme alla noia data da una cittadina plasmata sulle apparenze, che Cristina sente la necessità di viaggiare.

“I miei primi viaggi sono stati nei libri. Leggevo ininterrottamente, era la mia scappatoia, entravo in mondi estranei e mi facevo trasportare in luoghi lontani dalla mia orribile realtà. Appena ho imparato a scrivere, ho iniziato a comporre i miei racconti, i miei personaggi, i miei universi paralleli. Scappavo, scappavo costantemente. Ero sempre alla ricerca di qualcosa. Ero piena di rabbia. Libertà è la mia parola preferita, libertà è pure la mia condanna. Il ricercarla costantemente è ciò che, alla fine, mi ha salvata.”

Come Antonio racconta nel suo libro, anche Cristina va in Australia a 19 anni, dove impara ad esprimere sé stessa a pieno.

“Australia, dove i sogni prendono vita”

Un diario di viaggio attraverso l’Australia e la crescita interiore

Dopo quell’anno, va in India e se ne innamora e mai avrebbe immaginato che sarebbe diventata la sua prima vera casa. Inoltre, un incontro speciale sarà la premonizione del suo viaggio.

“Ho sentito, un giorno per strada, il rombo di una moto, di una Royal Enfield. È un suono come di un battito di un cuore che grida proprio ‘libertà’. Le Royal Enfield’s sono moto costruite in India, sono pesanti, enormi, indistruttibili, hanno carattere, una propria personalità. Cavalli di ferro, erano stati scelti dai militari indiani per controllare i confini dopo l’indipendenza dell’India dall’Inghilterra.
Sono questo le Enfield: un simbolo di indipendenza. Sulla sua sella c’era una donna bellissima. Ho perso le parole guardandola e mi sono quasi schiantata contro una palma con lo scooter.
Ho conosciuto altre donne più grandi di me a quel tempo che mi raccontavano di come avevano viaggiato dal sud al nord dell’India in solitaria, fino a raggiungere le aquile degli alti Himalayas, passi di 5600m di altitudine, da sole con le loro Enfields. Erano guerriere ai miei occhi sognatori.
L’avventura mi ha conquistata. Sapevo che un giorno avrei compiuto quel viaggio per scoprire le mie proprie ali.

Dagli incidenti nascono nuove visioni

Durante la permanenza in India, Cristina ha un brutto incidente: cade dalle scale ed è dura riprendersi. Torna in Europa ma continua a rimanere lontano dalla città natale.

Proprio per via del suo incidente, inizia a studiare il corpo umano, interessandosi alla medicina cinese e ai massaggi, diventando fisioterapista.

Dopo il diploma torna in India per studiare yoga e da ormai 6 anni vive a Goa durante la stagione e negli Himalayas durante i monsoni. Con il Covid, è nata la necessità di generare abbondanza in quei luoghi.

“Ho sviluppato le mie terapie e mi sono dedicata a diverse discipline relative alla riabilitazione del corpo, all’insegnamento dello yoga e degli handstands, fino a dare i miei primi ritiri di respiro, movimento e teatro. Lavoro con Kambo, una medicina dell’Amazzonia, e ho molto successo con quello che faccio.
Ho preso parte a un circo con focus in discipline aeree e acrobatica, ho iniziato a giocare col fuoco, e ho fatto le mie prime performances davanti a un pubblico.
Il Covid mi ha regalato la vita che volevo, mi ha dato il coraggio di prenderne in mano le redini e finalmente tagliare il cordone ombelicale con un paese che non ho mai veramente sentito mio.”

In questo momento particolarmente florido per la crescita personale e lavorativa, Cristina intesse una relazione con un uomo narcisista che presto inizia ad abusare di lei, e ancora una volta, per riprendersi la Vita che voleva, Cristina ricomincia a viaggiare. Questa volta, parte per un viaggio in India in moto: una Royal Enfield.

Inoltre, l’intenzione di scrivere un libro.

“Un libro dedicato alla mia relazione abusiva, a tutte quelle donne che si ritrovano ad amare un Mostro, e che, una volta liberatesi dalle sue grinfie, si trovano rotte e non sanno come fare. Un libro di ispirazione dedicato al mio viaggio in moto in solitaria, alla mia India, alle sue strade, ai suoi colori, alla sua magia. A quelle montagne meravigliose. L’India prima del Covid, l’India durante il Covid. Un libro che possa dimostrare alle donne che possiamo tutto, e anche di più. C’è una grande forza nella disperazione.
Da cenere a fuoco”, un libro diviso in tre parti, ‘Morta’, ‘Rinata’, ‘Viva’ = Goa, Rajasthan e gli Himalayas.

Il viaggio in India in moto che sa di libertà

“Il mio viaggio in moto in solitaria è iniziato a Goa, nel Sud Ovest dell’India, ho attraversato gli Stati di Maharashtra, Madhya Pradesh, Rajasthan, Uttarakhand e poi Himachal Pradesh, dove si trovano gli Himalayas.
Nelle montagne di Himachal Pradesh, ho prima fatto Spiti Valley, che è uno dei circuiti più difficili del mondo. Sono km e km di fuoristrada, ho attraversato 64 fiumi per poter tornare alla civiltà, fiumi di acqua congelata che arriva fin sopra alle ginocchia, da sola, sperduta in mezzo a quei giganti.”

“Poi sono andata nello Stato di Ladhak, visitando Nubra Valley (al confine con il Pakistan, un terreno di deserto montagnoso e cammelli a 3500m di altitudine) e Pangong Lake (uno dei laghi più alti del mondo, 4225m), che confina con la Cina. Ho concluso le montagne a Parvati Valley durante la stagione delle mele e della charas, per poi tornare indietro fino a Goa.
7863 km in totale: sono partita a fine marzo 2022 e sono tornata a inizio ottobre 2022. Questo viaggio mi ha fatto ritrovare la fiducia negli umani, l’amore verso me stessa e la mia vita.”

Le difficoltà e le paure sono tante, ma grazie alla forza di volontà, Cristina riesce sempre a rialzarsi e affrontare la paura.

Compiere imprese eccezionali è una pillola magica, ci fa capire quanta resilienza abbiamo.

I consigli di Cristina per chi desidera affacciarsi al mondo

Essere donne e voler viaggiare sole è possibile: Cristina ne è la prova vivente, e come lei tantissime altre viaggiatrici. Secondo la sua esperienza, Cristina da un consiglio a tutte le donne:

“Questo è un consiglio che do a qualunque donna che voglia viaggiare da sola, che avere un background in arti marziali e box mi ha dato molta fiducia. Penso sia essenziale per noi donne saperci difendere fisicamente, e non tanto per la tecnica in sè, se non che il sentirsi fisicamente forti regala un certa confidenza. E la gente lo sente.”

Per tutte le persone che desiderano viaggiare invece…

Bisogna scoprire e dedicarsi alle proprie passioni, perché le passioni sono gli strumenti che ci permettono di mantenerci e buttarci nel mondo. Le passioni ci portano anche ad incontrare la nostra vera tribù. Avere gli stessi interessi, gli stessi talenti, ci avvicina alla gente. Tante amicizie iniziano
perché si costruiscono progetti insieme.”

“Se non vuoi partire proprio al buio, fai un piano di dove vuoi andare, cosa vuoi vedere, ricerca dei progetti, aggiungiti a gruppi di quel posto online. Ogni viaggiatore ama incontrare altri viaggiatori, siamo una razza molto generosa e soprattutto molto curiosa. Condividiti, apriti, trova il desiderio di scoperta dentro te e lasciati guidare.”

Voglio lanciare un messaggio al mondo, la prova che si può rinascere anche quando dentro di noi tutto è rotto e friabile. La resilienza è la qualità più profonda degli umani, e noi donne siamo forze creatrice, una volta che accettiamo questo potere, diventiamo indistruttibili.

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